Il Parco naturalistico archeologico di Vulci

si estende su una superficie di 900 ettari tra i comuni di Montalto di Castro e Canino, nel cuore della Maremma Laziale e, fra la natura incontaminata, i canyon scavati nelle rocce di origine vulcanica dal fiume Fiora che dopo una piccola cascata si allarga nel laghetto del Pellicone, la macchia mediterranea e le piccole valli in cui si possono incontrare vacche maremmane e cavalli bradi, conserva i resti dell’antica città etrusco-romana di Vulci risalente al IV secolo a.C.
Il Parco offre ai suoi visitatori una rete di percorsi segnalati che permettono di visitare sia gli scavi archeologici che le bellezze naturali dell’area. Testimonianza dell’antica città-stato sono i resti dell’abitato e dell’impianto termale. Dall’imponente cinta muraria e dai resti delle Porte Urbane, in particolare la Porta Ovest, nei pressi della quale si possono ammirare i resti di un acquedotto romano, si accede all’area archeologica. Questa comprende l’Area del foro con il Tempio Grande e l’Arco Onorario, opera commemorativa di Publius Sulpicius Mundus, senatore romano vissuto tra il I secolo a.C. e il I secolo d.C.
Notevoli anche il Sacello di Ercole, le terme e la Domus con i suoi pavimenti a mosaico e gli ambienti sotteranei. Da non perdere una visita guidata alle numerose necropoli etrusche, come la Necropoli Orientale, con la Tomba di François, celebre in tutto il mondo per le sue pitture, la Tomba delle Iscrizioni e il grandioso Tumulo della Cuccumella.
All’interno del Parco si trova un Punto di Ristoro: la Locanda del Parco, dove si possono degustare i piatti tipici della tradizione culinaria maremmana.

Vitorchiano e il Centro Botanico di Mountan

E’ un giardino che vanta la più ricca e completa collezione esistente al mondo di peonie arbustive e erbacee cinesi. Si trova nel territorio del comune di Vitorchiano, sulla superstrada Viterbo-Orte. E’ un vero e proprio angolo di Cina nel cuore della campagna laziale: riunisce più di 150.000 piante di 600 differenti varietà in 15 ettari, appartenenti a quasi tutte le specie botaniche conosciute e alla maggior parte degli ibridi naturali coltivati. Durante la fioritura, dai primi di Aprile a fine Maggio, regalano uno spettacolo impareggiabile per fascino e bellezza: migliaia di corolle dalle forme più disparate dispiegano tutta la scala cromatica dal bianco assoluto al porpora quasi nero, passando per le più delicate e inconsuete tonalità rosa. L’accogliente angolo ristorante – bar offre una piacevole pausa durante il viaggio tra l’inebriante colore delle peonie.

Bolsena e il Lago di Bolsena

La città di Bolsena che dà il nome al lago sul quale affaccia, è posizionata sul versante nord dell’omonimo lago formatosi oltre 300.000 anni fa in seguito al collasso calderico di alcuni vulcani appartenenti alla catena dei monti Volsini. Il centro storico di Bolsena possiede quattro rioni: Castello, Santa Cristina, Borgo San Rocco, San Giovanni.
Castello: È il rione medievale della città,con diverse architetture tipiche di quel periodo. Questo rione prende il nome dal castello di Bolsena, noto anche con il nome di “Rocca Monaldeschi della Cervara”, e attualmente ospita il museo territoriale del lago di Bolsena. Santa Cristina: È il rione più esteso e popolato della cittadina. In esso si trova l’omonima Basilica.
Borgo: È il rione centrale del Comune ed è il meno esteso e popolato. Contiene Piazza Matteotti e Piazza San Rocco, con la sua storica Fontana. In esso troviamo anche una delle zone più antiche del Paese, il suggestivo Borgo di “Sottosante”.
San Giovanni: È il Rione che ha la presenza minore nel centro storico ed è quasi totalmente costituito dalla zona più moderna del Paese.
Bolsena, che dà il nome al lago sul quale affaccia, è posizionata sul versante nord dell’omonimo lago ed ha un clima in genere mite grazie soprattutto alla vicinanza del lago e quindi inverni non troppo freddi.

FOTO DA TROVARE

Montefiascone

Al periodo etrusco risalgono due aree templari sacre, ma la città conobbe migliori fortune nel periodo romano, grazie ad un efficiente sistema viario (un esempio è la via Cassia, costruita tra il 170 e il 150 a.C.). Nel medioevo il centro, insieme con la sua piccola fortezza, inizia ad avere importanza strategica. Nel 1058 vi si reca il papa Stefano IX e nel giugno 1074 Papa Gregorio VII incontra la contessa Matilde e la madre Beatrice, sue preziose alleate. La fortezza viene messa sotto assedio nel 1093 da Enrico IV, ma i conti Farnese, Ildibrandini e di Bisenzio la difendono energicamente. Successivamente, anche l’imperatore Federico Barbarossa si reca a Montefiascone (1185), consapevole dell’importanza strategica della fortezza.
Negli anni seguenti Montefiascone divenne uno dei più importanti centri della chiesa. Papa Martino IV soggiornò ininterrottamente alla Rocca, e la abbellì tanto da farla diventare una reggia. Montefiascone venne definita da molti la “perla dell’Alto Lazio”, e fu un’ambita meta di villeggiatura per i primi decenni del ‘900.Nel 1958 venne istituita la Fiera del Vino. La Fiera, ancora o oggi uno degli eventi principali dell’estate montefiasconese (si tiene ogni anno ad agosto), celebra la storica vocazione agro-vinicola della città e il suo rinomato vino d.o.c.Est! Est!! Est!!!.

FOTO DELLA ROCCA DA TROVARE

Il porto di Civitavecchia

La città venne creata sicuramente da un insediamento etrusco. Il territorio di Civitavecchia abitato fin da epoche antichissime è disseminato da resti di tombe etrusche e si può supporre che anche in epoca preromana, in corrispondenza dell’attuale centro della città, prosperasse un piccolo insediamento etrusco. Storici e archeologi concordano sull’esistenza di un antichissimo porto cellulare, formato cioè da piccoli bacini paralleli capaci di dare alloggio ad una singola imbarcazione. I resti di tali approdi erano ancora visibili alla fine del XIX secolo nei pressi del Forte Michelangelo.

FOTO PORTO ROMANO DA TROVARE

Vetralla

Il nome si ritiene derivi dal latino Vetus aula (Antico luogo) o da Vetus alia (altra città (sottinteso) vecchia con riferimento a Viterbo (Vetus urbs). La posizione di Vetralla, dominante e facilmente fortificabile, nel cuore del territorio degli Etruschi è stata occupata con continuità a partire dall’Alto Medioevo. Il territorio fu a lungo conteso tra i papi e i signori di Viterbo e, ancora oggi a titolo commemorativo il sindaco di Vetralla nella cerimonia dello Sposalizio dell’albero riafferma i diritti del comune sul controllo di Monte Fogliano. Famosa per la produzione dell’olio d’oliva con l’insediamento di cinque frantoi oleari è considerata la capitale della Dop Tuscia.

Roma

A Roma, Caput Mundi, si arriva dalla via Cassia, l’antica strada romana che era percorsa dai contadini del Viterbese per portare e vendere a Roma i prodotti dell’agricoltura come olio, vino, fagioli, patate, verdure degli orti viterbesi.

Si entra nella città lasciando la via Cassia per prendere la via Flaminia che arriva a piazza del Popolo, nel cuore della città rinascimentale da cui si ammira il complesso stradale del Tridente che deriva da un importante intervento urbanistico compiuto tra il XV e il XVII secolo che riordinò le tre strade che dalla porta principale di Roma, Porta del Popolo, veicolavano il traffico verso le basiliche maggiori:

Città di grande bellezza celebrata nel mondo; città dai tramonti stregati dal “ponentino” un venticello dolce e carezzevole; città del cristianesimo con le sue chiese scrigni di tesori straordinari; città stratificata e testimone di una storia unica e irrepetibile. 

FOTO PANORAMICA DA TROVARE

Civita di Bagnoregio

Civita è una frazione di 11 abitanti del comune di Bagnoregio facente parte dei borghi più belli d’Italia, famosa per essere denominata”La città che muore”. Fu fondata 2500 anni fa dagli Etruschi, oggi è raggiungibile solo attraverso un ponte sospeso in cemento armato costruito nel 1965. Il ponte può essere percorso soltanto a piedi. Visitare Civita Bagnoregio è sicuramente una delle esperienze più entusiasmanti che è possibile fare nel territorio della Tuscia. Ogni anno centinaia di migliaia di persone da tutto il mondo arrivano qui per vedere da vicino una bellezza antica, fondata dagli Etruschi 2500 anni fa, che sfida il tempo e l’erosione dello sperone tufaceo su cui è posizionata. Tutt’intorno la Valle dei Calanchi, uno spettacolo meraviglioso figlio del vento e della pioggia.

Bomarzo

Il Parco dei Mostri, denominato anche Bosco Sacro o Bosco delle Meraviglie è un complesso monumentale vicino alla città di Bomarzo. E’ un parco naturale che si estende su una superficie di circa 3 ettari, in una foresta di coniferee latifoglie. Al suo interno trovano posto un gran numero di sculture in basalto di varia grandezza ritraenti animali mitologici, divinità e mostri oltre a edifici che riprendono il mondo classico.
Fu ideato nel 1560 dall’architetto Pirro Ligorio (completò San Pietro dopo la morte di Michelangelo) su commissione del Principe Pier Francesco Orsini. Come ha scritto lo storico dell’architettura Bruno Zevi “A Bomarzo la finzione scenica è travolgente; l’osservatore non può contemplare perché vi è immerso, in un ingranaggio di sensazioni (…), capace di confondere le idee, di sopraffare emotivamente, di coinvolgere in un mondo onirico, assurdo, ludico ed edonistico”
Il pittore Salvador Dalí ha parlato del Parco dei Mostri come di un’invenzione storica unica.

Tarquinia: Siti Archeologici

Percorrendo la via Cassia verso Viterbo e girando a Vetralla verso Monteromano si incontra la città medievale di Tarquinia che insieme a Cerveteri (altra straordinaria città etrusca poco distante) è dal 2004, uno dei 44 siti italiani inseriti nella lista dei Patrimoni dell’Umanità dell ‘Unesco per la sua straordinaria Necropoli Etrusca. Scrive l’Unesco: “Tarquinia e Cerveteri rappresentano un capolavoro del genio creativo dell’uomo: i dipinti murali presenti su vasta scala a Tarquinia, sono eccezionali sia per qualità formali che per il contenuto delle raffigurazioni che rilevano aspetti della vita quotidiana, della morte e delle credenze religiose degli antichi Etruschi”.
Le due Necropoli costituiscono una testimonianza unica ed eccezionale dell’antica civiltà etrusca l’unico tipo di civiltà urbana dell’Italia pre-romana . Importante raccolta di testimonianze etrusche è il Museo Archeologico Nazionale Tarquiniense dove, tra l’altro, si possono ammirare i Cavalli Alati che decoravano il Tempio Ara della Regina.