Posizionata sulle alture meridionali dei Monti Cimini, la parte medioevale di Ronciglione sorge su un grosso ciglione tufaceo, posto alla confluenza di due corsi d’acqua, il Rio Vicano, emissario del Lago di Vico, e il Fosso Chianello che, dopo le colmate farnesiane del XVI secolo, ora scorre sotterraneo. Alla primitiva Ronciglione si aveva accesso da Porta Castello, presso Piazza dell’Olmo e da Ponte delle Tavole e Porta Pèntoma sotto la Torre-Campanile della Provvidenza. Il documento più antico nel quale si trova citato il nome di Ronciglione, risale al 1103.
Fu un centro economicamente avanzato per il vasto apparato manifatturiero: ferriere, ramiere, cartiere, ceramiche, armerie, stamperie etc. ed ebbe una vivacità culturale legata a varie Accademie e tipografie dove furono stampati fra l’altro la prima edizione italiana della Secchia Rapita del Tassoni (1642) e dell’Aminta del Tasso. Di grande interesse naturalistico, posizionato a nord di Ronciglione, il lago di Vico è probabilmente il meglio conservato tra i grandi laghi italiani di origine vulcanica, oltre ad essere il più alto d’Italia sul livello del mare. Incluso tra le aree di particolare valore naturalistico del Lazio, tra i biotopi di rilevante interesse vegetazionale in Italia e parte della Riserva naturale del lago di Vico, consente lo sviluppo della vita di numerose e rare specie animali.
Il parco dei Monti Cimini è citato da Tito Livio per la sua impenetrabilità.
Le vicende geologiche del complesso vulcanico cimino-vicano hanno influenzato la copertura vegetazionale dei Monti Cimini: le lave dei due distretti, assai ricche in potassio, sono un eccezionale substrato per la crescita delle piante. Se a ciò uniamo il particolare microclima, fresco ed umido, dovuto alla vicinanza del Lago di Vico e all’altitudine, comprendiamo i motivi della folta vegetazione di questo comprensorio. Sulla sommità e sulle pendici del Monte Cimino, la vetta più elevata dei Cimini con i suoi 1053 metri, è presente una folta foresta di faggio (Fagus sylvatica) con esemplari centenari. La stessa specie, scendendo di quota, assieme a castagni (Castanea sativa), carpini neri e bianchi (Ostrya carpinifolia, Carpinus betulus) e cerri (Quercus cerris), riveste di un fitto manto il Monte Palanzana(802 metri), ilMonte Fogliano(965 metri) e gli altri rilievi.
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