La città antica sorgeva nel sito dell’attuale su uno sperone tufaceo fusiforme, circondato da profonde vallate solcate da piccoli corsi d’acqua e stretto intorno da alti pianori. Alla felice posizione topografica e all’effettivo control¬lo che l’abitato poteva esercitare su tale linea di percorrenza, Sutri dovet¬te probabilmente la ragione della sua esistenza e dell’importanza che essa, in fasi alterne e con diversa funzione, rivestì fino alla tarda età medioevale. Divenuta possedimento della Chiesa di Roma, Sutri vide accresciuta la sua importanza politica oltre che geografica che motivò probabilmente la scelta come sede del concilio del 1046. La Necropoli urbana e il complesso monumentale dell’Anfiteatro romano sono certamente sintomatici di una considerevole importanza sociale ed economica della città. L’Anfiteatro, sconosciuto fino agli inizi del XIX secolo, fu parzialmente riportato alla luce tra il 1835 e il 1838 ad opera della famiglia Savorelli. Questa imponente opera, interamente ricavata nel tufo di una collina risale probabilmente all’epoca romana tra la fine del II sec. a.C. ed il I sec. d.C.. Organizzato su pianta ellittica con tre ordini di gradinate poteva contenere oltre 9.000 persone.
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Il Vescovado di Sutri attesta le antiche radici cristiane della città sin dai primi secoli del Medio Evo. Sede di numerosi porporati d’alto lignaggio, vanta addirittura un Papa, Pio V, promotore della riforma tridentina. Il suo splendore continuò sino ai primi anni del Novecento con la guida Padre Joseph Bernard Doebbing, uomo di fede ma anche di rara e alta cultura ristrutturò il palazzo vescovile, promuovendo importanti opere sull’educazione dei giovani. Il palazzo dopo anni di abbandono, è stato oggetto di un lungo ed accurato lavoro di ristrutturazione su progetto dell’architetto Romano Adolini. Il palazzo è stato intitolato al Vescovo Doebbing. Dall’intesa tra Vittorio Sgarbi e S.E. Mons. Romano Rossi, attuale Vescovo della diocesi di Civita Castellana, nasce l’intuizione di generare un processo storico per Sutri che abbia la forza di andare oltre la semplice gestione di uno spazio unico nella Tuscia come quello dell’ex Episcopio cittadino. Nasce il museo di Palazzo Doebbing, che ospita capolavori dell’arte antica e contemporanea.