Viterbo

Viterbo è definita da secoli la “Città dei Papi”, in memoria del periodo in cui la sede papale fu spostata in questa città che ancora porta i segni di quel fasto, pur avendo origini ancora più antiche.
La “Città dei Papi”, capoluogo di antica origine etrusca e di grandi tradizioni storiche, conserva un assetto monumentale tra i più importanti del Lazio: aristocratici palazzi, monumenti ricchi di opere d’arte di spiccato interesse, suggestivi quartieri medievali, chiese e chiostri di varie epoche, torri slanciate ed eleganti fontane in peperino (la tipica pietra delle costruzioni viterbesi).

INSEIRE FOTO PALAZZO DEI PAPI DA TROVARE

E’ cinta da alte mura medievali merlate e da massicce torri (costruite dal 1095 al 1268), ancora oggi pressoché intatte, con accesso da 8 porte. Quest’area raccoglie, in maniera sintetica, la storia di Viterbo dai primi insediamenti fino all’epoca attuale. Il quartiere San Pellegrino, nucleo dell’antica città medievale, rappresenta un’interessante rassegna della tipologia edilizia duecentesca, con le sue torri, piazzette, viuzze, archi e i caratteristici profferli (le scale esterne di accesso ai piani alti delle costruzioni). Importante monumento storico è il Palazzo dei Papi, eretto a partire dal 1255 sul colle di S. Lorenzo, come residenza-fortezza dei pontefici che divenne centro e sede del cattolicesimo.
Alle 21 del 3 settembre di ogni anno, da oltre 750 anni, Viterbo vive il suo più alto momento di celebrazione della tradizione e della fede: si tratta del Trasporto della Macchina di Santa Rosa, una “torre” illuminata alta 28 metri e pesante 50 quintali portata a spalla per le vie abbuiate della città su un percorso non privo di insidie da 100 uomini detti Facchini. E’ uno spettacolo ricco di emozioni e suggestioni, al quale ogni anno assistono decine di migliaia di persone provenienti da ogni dove, stipate lungo il percorso della Macchina, che gridano, piangono, pregano, incitano i Facchini nella loro straordinaria prova di forza e fede. La tradizione del Trasporto della Macchina di S. Rosa nasce il 4 settembre del 1258.

Villa Lante

A 4 Km da Viterbo, a Bagnaia, Villa Lanteè una delle maggiori realizzazioni del Cinquecento italiano. Nel parco di oltre 22 ettari, ricco di grandi alberi secolari e dall’atmosfera incantata, si può ammirare uno spettacolare sistema di fontane e giochi d’acqua che nascono da un trionfo di geometrie disegnate da siepi sempreverdi e statue di peperino e segue un percorso che crea bacini e giochi d’acqua di grande effetto scenico. Il giardino ha testimonianze e opere di grandi architetti e scultori italiani come la Fontana dei Mori del Giambologna, pseudonimo di Jean de Boulogne, scultore fiammingo. Nel 1550 giunge a Roma e successivamente si traferì a Firenze alla corte dei Medici, dove divenne il più grande scultore manierista del suo tempo per l’ originalità delle sue creazioni in marmo e bronzo. L’ opera più famosa del Giambologna e’ ” Il Ratto delle Sabine” che si trova nella Loggia dell’Orcagna, o Loggia dei Lanzi in Piazza della Signoria a Firenze.

  • La costruzione del complesso di Villa Lante iniziò nel 1511, ma fu portata a termine intorno al 1566. La sua ideazione è attribuita all’architetto Jacopo Barozzi da Vignola lo stesso progettista del Palazzo Farnese a Caprarola.

Le Terme a Viterbo